L'aria nei capelli, occhiali da sole, nel cuore una contentezza per esserti tolta un gran peso e finalmente un'ora dedicata a un regalo tanto ricercato.
Cammini un po' da diva, un po' da donna che "non deve chiedere mai" tra le vie più in e anche se sei da sola è bello sentire il sole che ti accompagna e scalda il corpo.
Continui a camminare, saluti cortese chi incontri e ti dedichi all'effimera ricerca del superfluo. Entri in un negozio, spulci, esci.
Ti senti diva perchè forse gli altri vedono che sei contenta, forse merito anche della maglia scollata e continui l'ars spendendi..
Entri in un altro negozio, trovi e compri.
Entri in un altro e spulci alla ricerca di qualcosa che non c'è.
Entri in un nuovo negozio, ti senti un po' diva, fai un giro poi esci. Anzi, pardon, cerchi di uscire...
Esattamente:
Perchè proprio quel maledetto negozio aveva qualcosa di inspiegabilmente strano... Le porte.
Io esco a testa bassa e mi dico "uh guarda prima quel gradino grigio non c'era!" alzo il piede e...
SBAM!la mia fronte ha voluto testare la consistenza del vetro maledettamente pulito...
Il silenzio cala imbarazzante tra i clienti, negoziante compreso che sibila dopo la frattura cranica "attenzione...".
Per mantenere un certo contegno "divesco" opto nel non girarmi, di non dire una parola e cerco di far finta di niente.
Aspetto le porte che si aprano e poi esco come se niente fosse. Per tutto il resto della giornata ho avuto un formicolio alla testa e un senso di vertigine...
Morale: Tanto va la diva a Milano che ci lascia il testino.