Il cuore a lungo andare si indurisce, la cosa più vitale si scherma di una patina di pietra per allontanare tutti, dal primo all'ultimo, in una sorta di diffidenza e di timore nell'essere nuovamente feriti.
Le brutte esperienze aiutano ad essere più schivi e attenti, onde evitare di essere colti ingenui ed inermi come prima.
Spesso per sopravvivere, per farsi strada bisogna combattere, essere cinici e non adottare mezze misure. Essere calcolatori e selettivi.
Un po' la selezione naturale di Darwin, insomma.
Quindi anche contro la tua indole cerchi di diventare quello che un po' ti impongono di essere se vuoi essere "vincente".
Arrivare primo, sapere in anticipo ogni notizia, essere sempre pronto a fare lo scatto migliore. Dannare ogni santo giorno per dare sempre di più ed il meglio.
Poi arriva un giovedì qualunque e per caso incroci gli occhi di un bambino di 10 mesi appena, che ti sorride e che gattona a stento verso di te.
Tutto quello che pensavi in un nanosecondo si tramuta in un'enorme cazzata.
Quel sorriso così innocente ha la forza tale da scalfire e distruggere l'intima campana di pietra e gli occhioni di chi ha una vita davanti a sè e vuole gustarsela in ogni sua sfumatura fan crollare tutti i tuoi stupidi falsi miti.
Non esistono se, nè ma.
Solo la voglia di tornare a guardare la realtà con occhi incantati e stupiti, di godere di una luna brillante o dell'odore dell'asfalto caldo appena bagnato.
Da quanto non guardavo più la luna?